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Appartamento isolato in una sperduta periferia campana. Un'afosissima sera d'estate. Uscito il marito, guardia notturna, Adriana resta in salotto, davanti alla televisione accesa, mentre i due bambini dormono nella camera accanto. D'un tratto, lo squillo del campanello e l'invasione della casa da parte di strani ospiti. Riscritto almeno tre volte a partire dal 1982, il Notturno di donna con ospiti, dramma in bilico fra realtà e allucinazione, rilegge il mito di Medea alla luce della rivoluzione antropologica dei primi anni Ottanta. Capro espiatorio d'una società degradata, Adriana, dal tramonto all'alba, vive una crisi d'identità che Ruccello mette in scena quasi fosse una sacra rappresentazione, trasformando la vicenda della protagonista in una tragedia sociale che riguarda tutti.